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sabato 28 febbraio 2009

Rugby, l'Italia perde ancora

Rugby, l'Italia perde ancora
La Scozia ci batte 26-6

| 28/02/2009 |
Contro la Scozia, unica squadra abbordabile per noi nel 6 Nazioni, l’Italia era condannata a vincere: ne è uscita con un mezzo cucchiaio di legno. Perché questa nazionale è anonima e paurosamente disarmata. L’esatto contrario della mediocre Scozia che può permettersi, ad esempio, di tenere in panchina un cecchino formidabile come Chris Paterson, quello che con i suoi piazzati ci ha eliminato nello spareggio per i quarti di finale ai Mondiali del 2007. (...)
I nostri attacchi non sono organizzati, vanno a folate individuali e tra i reparti non c’è comunicazione. Anche la mischia, con la quale negli anni passati abbiamo spianato gli avversari e che con il tempo era diventata il punto di forza del rugby italiano, tradisce. Colpa delle nuove regole nelle fasi statiche, osservano in molti: certo sarebbe il caso che lo staff tecnico partorisse qualche idea per rimediare. Ed invece continuiamo a perdere palloni e uno degli elementi base di questo sport, il sostegno al portatore di palla, è sparito. Gli azzurri in questa edizione non vanno nemmeno in meta, sembrano i tempi del tanto criticato John Kirwan: a parte quella di Mirko Bergamasco contro l’Inghilterra, hanno fatto peggio solo nel 2004 con una media 0.4 in cinque incontri.
(…) Il primo tempo finisce 16-3, la partita 26- 6: l’Italia è sterile e si stanca presto nel dare il via a manovre che poi terminano in un nulla di fatto per i soliti errori di gestione e concentrazione. Quando un giocatore ha l’ovale fra le mani, sembra quasi che abbia paura a tenerlo. Dopo pochi istanti si capisce che è un discorso chiuso anche quello con la Scozia. Non bastano gli scatti d’orgoglio solitari, guidati dal solito Parisse: tante botte ma da soli non si va lontani perché il rugby è gioco di squadra. (...)
Dal sudafricano Mallett, che vanta un curriculum eccellente da allenatore nella Francia del rugby champagne, non si attendevano le grandi cavalcate vittoriose, ma almeno di crescere come disciplina e continuità. Ma quando mai. Ed ora ci attendono Galles e Francia a Roma: due batoste quasi certe, con il disperato di augurio di una smentita sul campo. I tifosi moderino i fischi.


L'articolo completo sull'edizione di domani di Libero
http://www.libero-news.it/pills/view/8107

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